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Forse non tutti sanno che...
08 Aprile 2020 - Articolo preso dal sito www.partitodemocratico.it e sintetizzato.

Cosa sta facendo l’UE: L’analisi nel dettaglio delle misure adottate finora dall’Unione Europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
1. 1110 miliardi di liquidità dalla BCE
Nel mese di marzo la BCE ha comprato 12 miliardi di titoli italiani e 2 miliardi di titoli tedeschi non applicando la regola del “capital key”, (acquisti pro quota, proporzionati al capitale di ciascuno Stato UE nella Banca).
La BCE si è impegnata ad acquistare fino a 220 miliardi di titoli italiani da qui alla fine dell’anno.
In particolare:
• acquisto di titoli di Stato;
• acquisto di crediti di imprese;
• liquidità alle banche.
La liquidità data dalla BCE alle banche avviene con tassi negativi dello 0.5%. Per cui, di fatto, le banche vengono pagate per prestare il denaro alle imprese.

2. Rilassamento della sorveglianza bancaria della BCE
La sorveglianza bancaria europea attuata dalla BCE prevede che per poter operare ed erogare prestiti le banche debbano rispettare una ratio di capitale minimo prevista da Basilea III e che non possono detenere quote eccessive di crediti deteriorati (crediti che non vengono rimborsati).
Questi criteri sono stati resi più flessibili dalla sorveglianza bancaria riguardo al capitale minimo necessario per erogare prestiti alle PMI, alla qualità dei crediti detenuti dalle banche e all’analisi che le banche devono fare sul rating delle imprese.
Ad esempio, la BCE ha previsto che, in caso sospensione dei mutui non ci sarà una classificazione negativa dell’impresa.
L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha, inoltre, confermato che la banca potrà valutare la situazione del cliente nel lungo periodo.

3. Più prestiti con garanzie pubbliche europee: ruolo della BEI e di COSME
La Banca Europea d’Investimenti ha proposto una nuova linea di credito di 200 miliardi approvata dall’Eurogruppo possibile grazie a garanzie sui bilanci nazionali dei Paesi Ue. È un forma di mutualizzazione dei debiti e solidarietà europea.
Questo potrebbe aiutare lo Stato italiano a fornire garanzie pubbliche per prestiti ponte alle imprese a lunga scadenza in sinergia con la Cassa Depositi e Prestiti.
La Commissione metterà a disposizione, attraverso i programmi COSME e Innovfin, 1 miliardo dal bilancio dell’UE come garanzia per il Fondo europeo per gli investimenti in modo da facilitare la liquidità per PMI e imprese a media capitalizzazione, con conseguenti mobilitazione di 8 miliardi di finanziamento del capitale d’esercizio a sostegno di almeno 100000 imprese.

4. Sospensione del Patto di stabilità
Lo Stato e le regioni possono aiutare la sanità, i lavoratori, le impese, senza dover rispettare le regole di bilancio, ossia potendo indebitarsi e fare nuovo deficit.
Grazie a questa sospensione il Governo ha già stanziato finora 50 miliardi.
L’emissione di nuovo debito da parte dell’Italia può essere fatta a interessi tenuti sotto controllo dai massicci acquisti di titoli italiani garantiti dalla BCE.

5. Molta più flessibilità sulle regole di aiuti di Stato
L’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE prevede che in situazioni economiche particolarmente gravi, le norme dell’UE sugli aiuti di Stato consentono agli Stati membri di concedere sostegno per porre rimedio a un grave turbamento della loro economia.
Su questa base, la Commissione è pronta a collaborare con l’Italia sulle ulteriori misure che potrebbero rendersi necessarie.

6. Utilizzo immediato dei Fondi strutturali Ue ancora disponibili
L’Ue, con il Corona virus response investment initiative (CRII), ha deciso di mobilitare le risorse ancora disponibili nel bilancio europeo per dare agli Stati membri tutto il sostegno di cui necessitano per la risposta immediata alla crisi del coronavirus e per il rilancio dell’economia.
L’iniziativa europea include l’anticipazione dei pagamenti e il riorientamento dei fondi di coesione e l’assistenza agli Stati membri nel convogliare i fondi dove sono più necessari il più rapidamente possibile.In particolare, la Commissione propone di mobilitare le riserve di liquidità provenienti dai Fondi strutturali. Questo consente di dare liquidità immediata ai bilanci degli Stati membri.

Per l’Italia significa anticipare l’impiego dei 37 miliardi ancora disponibili nell’attuale bilancio 2014/2020 sul Fondo Europeo Sviluppo Regionale (FESR) e Fondo Sociale Europeo (FSE), che le regioni e alcuni ministeri dovranno spendere entro il 2023. Sono i finanziamenti del Programmi operativi regionali (Por) e nazionali (Pon).

l’Italia può già adesso:
• usare il FESR e FES per acquisto di dispositivi sanitari e di protezione, prevenzione delle malattie, sanità elettronica, dispositivi medici (compresi respiratori, maschere e simili), sicurezza dell’ambiente di lavoro nel settore dell’assistenza sanitaria e garanzia dell’accesso all’assistenza sanitaria per i gruppi vulnerabili;
• ricorrere al FESR per aiutare le imprese a far fronte agli shock finanziari a breve termine, ad esempio garantire prestiti alle PMI;
• ricorrere al FES per sostenere temporaneamente regimi nazionali di lavoro a orario ridotto, per aiutare ad attenuare l’impatto dello shock.


7. SURE e le altre misure a sostegno del lavoro
Mercoledì 2 aprile la Commissione europea ha lanciato il programma SURE, un fondo europeo da 100 miliardi contro la disoccupazione (acronimo di Support to mitigate unemployment risks in emergency).
Il Fondo, attraverso 25 miliardi di garanzie volontarie degli Stati membri, proporzionate al loro PIL, permetterà di finanziare le “casse integrazioni” nazionali o schemi simili di protezione dei posti di lavoro.
Raccoglierà risorse sui mercati emettendo bond con tripla A, quindi a tassi bassissimi, che darà poi ai Paesi che ne hanno bisogno prestiti con scadenze a lungo termine. Questo è un grande vantaggio per l’Italia che potrà indebitarsi a tassi molto più bassi per aiutare i lavoratori e riceverà prestiti in proporzione molto più importanti rispetto alla garanzia fornita sul suo bilancio nazionale.
Anche qui, dunque, siamo in presenza di una mutualizzazione dei debiti e di una solidarietà nei confronti degli Stati più indebitati.
La durata delle obbligazioni dovrà essere decisa singolarmente per ogni Paese dal Consiglio, ma nel regolamento è già previsto che ogni anno non potrà essere rimborsato più del 10% del debito, il che “fa capire che potrebbe essere nell’area dei dieci anni” o più.

8. Fondo di solidarietà europeo
Oltre ai fondi strutturali e agli strumenti di debito la Commissione propone di ampliare l’ambito di applicazione del Fondo di solidarietà dell’UE – lo strumento di sostegno ai paesi colpiti da calamità naturali – per aiutare gli Stati membri in questa circostanza eccezionale.
La misura odierna permetterà agli Stati membri colpiti più duramente di accedere a un sostegno supplementare per un importo che potrà toccare 800 milioni e che potrà essere ampliato.
Potrà essere utilizzato per imprese in difficoltà, per le emergenze pubbliche e le operazioni di recupero, come il ripristino delle infrastrutture, la pulizia di aree e le sistemazioni temporanee per le persone. Le norme verranno estese per includere l’assistenza alla popolazione in caso di crisi sanitarie e per coprire le misure di contenimento di malattie infettive.

9. Libera circolazione delle merci e delle persone e appalti comuni
La Commissione Ue sta evitando che si blocchi la libera circolazione di beni essenziali, a cominciare dal materiale medico come mascherine o ventilatori per gli ospedali.
Deve anche evitare che si formano code ingestibili (superiori ai 15 minuti) alle frontiere che possono creare problemi di approvvigionamento alimentare o di altri beni essenziali.
La Ue sta anche coordinando e finanziando il rientro degli europei ai loro rispettivi domicili.
La Commissione Ue ha lanciato appalti internazionali per l’acquisto in comune, a prezzi più convenienti di materiale medico, quali mascherine, ventilatori o guanti.
In parallelo la Commissione ha stimolato la produzione di mascherine, respiratori e altri dispositivi di protezione individuale e ha costituito una scorta strategica (come parte dello strumento rescEU) di attrezzature mediche, tra cui ventilatori e mascherine protettive, per aiutare i paesi dell’UE nel contesto della pandemia di COVID-19. Sono state bloccate le esportazioni di dispositivi medici al di fuori dell’UE.

10. Aiuti alla ricerca
L’Ue tramite il programma Orizzonte 2020 sta sostenendo network di centro di ricerca che sono in prima line per trovare il vaccino e cure efficaci contro il Covid 19.
Ecco alcuni esempi di iniziative già intraprese:
• sostegno fino a 80 milioni al lavoro della società CureVac, basata a Tubinga, impegnata nello sviluppo e nella produzione di vaccini anti-Coronavirus;
• 164 milioni per start up innovative che progettino idee innovative per rispondere all’emergenza Covid-19;
• 137,5 milioni nel quadro dell’invito di emergenza a manifestare interesse per la ricerca e l’innovazione urgenti sul coronavirus. Questi progetti consentono a 140 équipe di ricerca in tutta Europa di lavorare insieme per fronteggiare la pandemia di coronavirus;
• Altri 90 milioni sono stati stanziati per l’iniziativa di innovazione medica con l’industria farmaceutica.

In conclusione.
Nessuno si salva da solo. Senza l’UE l’Italia non ce la farebbe.
Serve più Europa nella protezione civile, nella tutale della salute, nel coordinamento delle politiche economiche, nel sostegno alla ripresa economica.
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